Le Pillole Concezionali


L’ho scoperto camminando per strada, distogliendo lo sguardo dal cellulare e dai miei piedi.

Un fulmine a ciel sereno.


Basta poco per essere felici.

Sì, lo so. Non ho scoperto l’acqua calda. E sì, lo so, l’hanno già detto in tanti. Tra luminari, cantanti, poeti, scienziati di ogni levatura non si vede l’origine di un’affermazione tanto ovvia.

E allora perché, se è una verità così assodata, non siamo tutti quanti disgustosamente felici?

Nella ricerca curiosa di una risposta, mi sono imbattuta in una serie di avventure quotidiane che, nei giorni e poi nei mesi e negli anni, hanno reso ogni cosa chiara ed evidente.

Ogni mattina, appena svegli, ingurgitiamo una pastiglietta.

Non ce ne accorgiamo nemmeno, ma lo facciamo ogni singolo giorno, anzi, ogni singolo istante.

Sì, proprio così. Ingoiamo decine e decine di pastigliette e, ogni volta, facciamo una semplice scelta:

pillola azzurra o pillola rossa.

“Pillola azzurra: fine della storia”

“Pillola rossa: resti nel Paese delle Meraviglie”

Morpheus l’aveva detto 20 anni fa. E noi? Niente. Tutti persi a seguire quel gran pezzo di Neo e le sue vicissitudini. Ma ce l’avevamo lì, la verità, a portata di mano!

Facile, no?

Basta scegliere.

Scegli una pillola e continua a vivere.

Attenzione, però: con l’una il mondo avrà un filtro antracite (Pantone 19-4007), con l’altra, invece, tinte brillanti e coloratissime (tipo Pantone 102 U, 485 C, 2995 C, 226 e via dicendo).

Ho cominciato così, scegliendo consapevolmente la mia pillola e lasciando che il suo effetto trasformasse, di giorno in giorno, il mondo intorno a me.

Ed eccola lì.

La felicità.

Dove è sempre stata: davanti ai miei occhi.

Ho visto comparire scene di ordinaria bontà, sorrisi gratis in mezzo alla folla, incontri improvvisi, destini incrociati, occhi stupiti e abbracci rubati.

Mi sono meravigliata per giorni e giorni, ho faticato a crederci, ma è sempre stato tutto lì, di fronte a me, ed io non me n’ero mai accorta.

C’è da dire una cosa, però.

Io son sempre stata parecchio miope.

Per cui, ho pensato, sarà un problema mio (e forse di chi ha meno di 5 diottrie e indossa occhiali spessi un dito).

E’ ovvio: non mi sono mai resa conto di quanta bellezza ci circondi perché non vedo nemmeno i tram che mi passano accanto…ah, i tram! Ci accompagneranno parecchio, da queste parti. Vi avviso. Ma questa è un’altra (parte della) storia.

Quindi mi son messa all’opera per capire se, intorno a me, tutti voi sapeste quanta felicità sta un po’ dappertutto.

E, con parecchio ingegno, ho fatto e fatto accadere episodi a colori lungo le mie giornate.

Ho scatenato sorrisi qua e là e reso un pochino più felici passanti sconosciuti. Mi son divertita molto e ho scoperto tante cose.

Principalmente queste quattro:

  1. no, alcune cecità non sono un limite esclusivo di noi miopi
  2. regalare un sorriso è un gesto egoistico: mi ha fatto stare talmente bene che credo di averne goduto più io di chiunque altro
  3. sì, però, poi, anche l’altro era più felice di prima
  4. la felicità è una droga. Una volta che inizi non ne puoi più fare a meno.

Pillole Concezionali nasce così. Dal bisogno spasmodico di spargere felicità.

Perché non servono grandi cose per rendere questo mondo un posto migliore.

Basta scegliere la pillola giusta.