Piccole storie felici • episodio 2
Oggi è giornata di campionato.
I giocatori scendono in campo pronti a sfidarsi in una partita che si preannuncia ricca di colpi di scena e povera di grida, applausi e striscioni. Il pubblico, di questi tempi, non è previsto negli stadi e i tifosi se ne stanno rintanati tra le mura di casa a saltare sui divani mentre Napoli e Juve si preparano a dare spettacolo.
Andrea è carico come una molla, non vede l’ora di tuffarsi sulla palla, correre, dribblare e lasciare tutti a bocca aperta. Una mano sul cuore, un respiro profondo e via, si comincia.
La palla scivola, vola, rimbalza mentre i piedi si inseguono sull’asfalto dissestato.
Il fiato si fa corto e la fronte perlata di sudore, ma Andrea non sente la fatica, vede solo la palla e il cielo sopra la testa. Le mura del cortile si trasformano in spalti e i due vasi laggiù nei pali della porta.
Andrea ha 11 anni e, mentre i campioni blasonati invadono gli schermi dei televisori, lui vive le loro stesse emozioni sfidando gli amici nel cortile di casa.
Un calcio dopo l’altro, l’adrenalina sale e il controllo scende. La porta è lì, di fronte a lui, il campo è libero, nessuno in difesa.
È il suo momento.
Il pubblico si alza all’unisono, sospende il respiro, le nuvole si fermano e un silenzio immobile congela tempo e spazio. Andrea corre con la palla incollata ai piedi mentre la porta si fa più grande, più vicina, più libera. Adesso o mai più.
SBAM!
…crack…
Palo.
Anzi, vaso.
In un attimo lo stadio torna cortile, gli spalti tornano muri e Andrea un ragazzino di 11 anni che ha fatto un casino.
E adesso? Ho spaccato la pianta del vicino. E come glielo spiego che era un palo fino a un minuto fa? Stavolta l’ho fatta davvero grossa. Forse se gli chiedo scusa capirà. Sì, va beh, ma la pianta? Non la ricompri, con le scuse, una pianta. Aspetta però! Con le scuse no, ma…con 5 euro sì!
Andrea corre su per le scale, entra in casa, acchiappa al volo un foglio, una penna e i suoi 5 euro.
“Buongiorno, mi scusi per la pianta: l’ho colpita accidentalmente con un pallone da calcio. Ecco 5 euro per il danno”.
Bravo, Andrea.
Tu sì che sai cosa vuol dire assumersi le proprie responsabilità.
Bravo, Andrea, che hai fatto la scelta più matura che potessi fare, ma che non è per nulla ovvia per tante persone più grandi di te.
Bravo, Andrea che ci hai schiaffato in faccia quanto i più piccoli siano migliori di noi.
E sai una cosa, caro Andrea?
Il tuo gesto è tanto insolito e pregiato da meritare uno spazio tra i quotidiani di tutto il paese. Quelli letti dai grandi che si meravigliano tanto quanto a te è parso ovvio il tuo stesso gesto.
Sei stato bravo, bravissimo, Andrea.
Ora, però, fai una promessa a tutti noi: quando crescerai, ti prego, resta così come sei e spiega ai più piccoli che ci aspettiamo grandi cose da loro. Perché sai, da adulti ci si meraviglierà di quei gesti che a voi paiono ovvi e si rischierà di rompere i vasi senza scusarsi nemmeno un po’.
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